
Lo Sforzato o Sfursat, è un vino di grande personalità, che nasce nel terroir alpino della Valtellina. La valle, percorsa dal fiume Adda, ha la particolarità di essere orientata da est a ovest, diversamente dalle altre valli alpine che hanno generalmente un orientamento nord sud. Il versante nord, esposto a mezzogiorno, accoglie oltre 850 ettari di vigne. La coltivazione della vite è resa possibile dal particolare microclima, caratterizzato da un forte irraggiamento solare. Le Alpi Retiche, proteggono la valle dai venti freddi del nord e il lago di Como contribuisce a mitigare le temperature grazie alla breva, il vento tiepido che dalla primavera alla fine dell’estate tiene le viti sempre asciutte e sane. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, permettono di avere grappoli sani e vini con ricchi corredi aromatici. La montagna è stata plasmata da una viticoltura eroica, che grazie al duro lavoro dell’uomo, ha strappato alle rocce scenografici terrazzamenti e balzi scoscesi, sostenuti da muretti a secco. Una coltivazione verticale, che sfrutta ogni fazzoletto di terra incastonato tra le pareti delle Alpi. Un paesaggio straordinario che rende unici i vigneti della Valtellina. Ancora oggi la vendemmia è fatta a mano e l’uva portata in cantina percorrendo ripidi sentieri o scale, che s’inerpicano in montagna. Il suolo è stato generato dalla lenta degradazione di rocce di varia composizione e provenienza, con prevalenza di graniti sfaldati dall’erosione, che danno una connotazione acida ai terreni. Si tratta di un suolo sabbioso e limoso, ricco di scheletro, molto permeabile e quasi totalmente privo di calcare. Allo strato coltivabile di limitata profondità, fa subito seguito la roccia viva con la sua straordinaria ricchezza e varietà minerale. Il vitigno principe della valle è il nebbiolo, localmente conosciuto come chiavennasca. In valle sono inoltre presenti altri vitigni autoctoni a bacca rossa, come pignola, rossola e brugnola. La famiglia Rainoldi, fin dalla fine del 1800 produce e commercia granaglie in Valtellina. Proprietaria dell’unico mulino della zona, macina frumento e mais e baratta le farine con altri prodotti locali, come patate, castagne e funghi. La necessità di svincolarsi dalla stagionalità autunnale dei prodotti, conduce Giuseppe Rainoldi a intraprendere la strada della viticoltura. Sarà il figlio Aldo a dare impulso all’attività, creando nel 1925 la Casa Vinicola Rainoldi. Comincia così l’avventura della commercializzazione del vino in Lombardia e in Svizzera con piccoli fusti di castagno. All’inizio, la vendita del vino in bottiglia rappresenta solo una piccola quota della produzione, riservata ad amici e intenditori. A partire dagli anni ’50, l’imbottigliamento diventerà la parte preponderante dell’attività, relegando il vino sfuso a un ruolo via via sempre più marginale. Negli anni sessanta, l’azienda si apre anche al mercato estero: Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone diventano sbocchi commerciali importanti. E’ l’inizio dell’espansione e internazionalizzazione, che proseguirà senza sosta nei decenni successivi, sempre nel segno della tradizione. L’azienda cresce e si modernizza, ma resta fedele all’idea di coniugare sempre la qualità del prodotto con il rispetto dell’ambiente e della natura. Con oltre nove ettari di vigneto gestiti direttamente e con il prezioso contributo di oltre settanta conferenti di fiducia, la Casa Vinicola Rainoldi produce i vini delle principali denominazioni della Valtellina: Rosso di Valtellina Doc e Valtellina Superiore Docg, dalle sottozone Grumello, Inferno, Sassella. Ma anche Sauvignon Blanc e uno spumante metodo classico Rosé Nature da uva nebbiolo.

Riconoscimenti
Gambero Rosso – 3 bicchieri
Bibenda AIS – 5 grappoli
Guida Veronelli – 3 stelle azzurre
Guida Vini Plus AIS Lombardia – Premio Rosa d’Oro