Core Bianco è un vino che rappresenta perfettamente la meravigliosa terra campana. Nasce da un blend delle migliori uve di due grandi vitigni della tradizione campana, il fiano e il greco. Il calice è una sintesi perfetta di eleganza, finezza, complessità aromatica e freschezza minerale. Un vino intenso e mediterraneo, che si fa apprezzare da giovane, ma che non teme l’invecchiamento, con interessanti sviluppi verso aromi più evoluti e profondi.
L’area di Montevetrano è legata alla tradizione della coltivazione della vite e della produzione del vino fin dai tempi della colonizzazione greca. Numerose testimonianze di scene di vendemmia sono state, infatti, rinvenute su vasi e anfore d’epoca ellenica ritrovati durante gli scavi archeologici. Già proprietà dei Borboni al tempo del Regno delle Due Sicilie, la Tenuta è stata acquistata negli anni 40’ dalla famiglia Imparato. A quei tempi l’Azienda Agricola produceva principalmente frutta, le pregiate nocciole tonde, ancor oggi un’eccellenza campana, olio e vino per uso familiare. La tenuta si estende complessivamente su 26 ettari, di cui circa 5 ettari coltivati a vigneto. Le vigne si trovano a un’altitudine di circa 100 metri sul livello del mare, nel territorio incontaminato del Parco Regionale dei Monti Picentini, tra boschi di castagni, cespugli di more e rose antiche.
La svolta fondamentale, cha ha cambiato il destino e la vocazione dell’Azienda Agricola Montevetravo, è avvenuta a metà degli anni ’80, grazie all’intuito e alla passione di Silvia Imparato e di pochi fidati amici. Da principio sembra quasi un gioco, una sfida, un modo per ridare vita alle tradizioni di un territorio splendido a due passi dal mare, vicino al Vesuvio e protetto dai monti Picentini. Sulle vecchie viti di piedirosso, uva di Troia e barbera, viene innestato l’aglianico di Taurasi, un vitigno autoctono dalla forte personalità, simbolo della tradizione e della cultura del luogo e alcuni prestigiosi vitigni internazionali provenienti da Bordeaux: cabernet sauvignon e merlot.
L’idea iniziale è di produrre un vino da condividere con gli amici, ma i primi risultati sono così incoraggianti, che cresce il desiderio di portare avanti il progetto. Il 1991 segna la nascita delle prime bottiglie, prodotte con cabernet sauvignon (90%) e aglianico (10%). Il vino si dimostra da subito molto interessante e Silvia Imparato decide di scommettere sulle potenzialità intraviste nel Montevetrano. L’idea è di creare un grande rosso da invecchiamento, seguendo il modello dei nobili vini di Bordeaux e il successo dei Supertuscan di Bolgheri. Al cabernet sauvignon e all’aglianico, viene aggiunta anche una percentuale di merlot, per ammorbidire e ingentilire il profilo del vino. Il taglio varia a seconda dell’annata, con percentuali diverse di cabernet sauvignon, merlot e aglianico, in modo da trovare sempre il miglior equilibrio e la giusta armonia, vera cifra distintiva del Montevetrano. La consacrazione internazionale arriva quando Robert Parker recensisce le prime annate di Montevetrano in modo entusiastico. Da quel momento il vino diventa una delle etichette italiane più ricercate e quotate sui mercati internazionali. Per molti anni l’Azienda è rimasta fedele alla produzione di una sola etichetta di altissima qualità. Negli ultimi anni, la voglia di sperimentare e ci misurarsi con nuove creazioni, ha portato prima alla nascita dell’aglianico in purezza Core e successivamente al lancio sul mercato di Core Bianco.

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